Un caso di Tricofollicoloma in una Cavia Peruviana
Una cavia femmina intera di 6 anni è stata presentata all’Ospedale per una neoformazione a carico del treno posteriore, che si presentava non calda, poco dolente, ulcerata con fuoriuscita di materiale caseoso. L’esame obiettivo riferiva inoltre lieve abbattimento.
E’ stato eseguito l’esame citologico dalla neoformazione per agoinfissione il cui esito è suggestivo di neoplasia benigna del follicolo pilifero associata a materiale amorfo di possibile origine sebacea e rare cellule infiammatorie. In un preparato si evidenziava un cluster di cellule basaloidi senza caratteri di atipia.
La terapia scelta è stata l’escissione chirurgica, seguita da una sutura cutanea intradermica in anestesia generale gassosa, in regime di Day Hospital.
Dopo il risveglio l’animale ha ripreso ad alimentarsi autonomamente dopo un’ora e il suo decorso post operatorio, con l’ausilio della terapia di supporto, è stato privo di complicazioni.
Alla visita di controllo, dopo 4 giorni, la ferita non presentava deiscenze e l’animale non mostrava segni di disagio riferibili alla presenza della sutura. Ad oggi non è nota l’insorgenza di recidive.
Il tricofollicoloma è una neoplasia benigna del follicolo pilifero, che si localizza sul dorso e alla base della coda della cavia; può raggiungere anche dimensioni considerevoli (fino a 4 cm circa). Secondo uno studio rappresenta il 33 % delle neoplasie cutanee di questa specie. In diagnosi differenziale vanno considerati gli ascessi, poichè quando si ulcera comporta la fuoriuscita di materiale biancastro cremoso, di origine sebacea, che può essere confuso con materiale purulento. Sebbene si tratti di una patologia benigna, la continua crescita della neoformazione può portare a infiammazione, rottura della stessa, compressione delle strutture nervose viciniori, dolore e disagio. L’escissione chirurgica è considerata risolutiva ed è pertanto sempre consigliata; l’impiego di una sutura intradermica, sebbene di difficoltà dipendente dalla manualità ed esperienza del chirurgo, per via delle caratteristiche intrinseche della cute della cavia, permette una minore manipolazione dell’animale nel post operatorio e di evitare mezzi di contenimento (ad esempio collare elisabettiano), che possono determinare notevole stress nella fase di convalescenza.